Con questo dibattito,
sabato 20 Febbraio, alle ore 16.00, sul vagone conferenze del Treno Verde, Legambiente dei Peloritani ha voluto accendere un cerino…
Il dott. Giovanni D’Arrigo aveva dato, dopo l’introduzione di uno dei responsabili di “Treno Verde“, un primo sguardo sulla situazione, prendendo ad ulteriore ed autorevole testimonianza la Copertina di un numero del giornale Professionale degli Architetti Italiani, pieno zeppo delle foto di “Fondo Fucile”, ribadendo che “In cento anni la città di Messina in tutte le sue articolazioni, civili e politiche, non è riuscita a risolvere questo problema” , infatti anche il sottotitolo del dibattito era «BARACCHE PER
SEMPRE».
L’incontro è vissuto sulla animata partecipazione di tre validi esponenti politici messinesi, che hanno, con franchezza, evidenziato le carenze della legislazione, Legge 10/1990 e 4/2002, della burocrazia e … anche dei precedentii politici.
- sono, ancora, oltre 3000 le persone iscritte nelle graduatorie del risanamento.
- dualità, inutile, tra lo I.A.C.P. e l’Assessorato Comunale come soggetti di progettazione e di attuazione da cui discende l’eterno conflitto di competenze, compreso lo scarica barile ininterrotto, anche in presenza di scambi di poltrona.
- parzialità dello somme stanziate, con interventi, anche pregevoli a singhiozzo
- non sfruttamento delle aree di proprietà, dove insistono le baracche.
- tanto altro

Propositivamente, dato atto ai tre relatori; Capurro, Previti e Rinaldi, di competenza, amore per la città e volontà di attivarsi per risolvere il problema, ci si rende conto che solo una Città unita in tutte le sue espressioni; di società civile, di organizzazione di categorie, movimenti, volontariato, di soggetti sociali, sindacali e specialmente politici, può con fatica giungere al traguardo. Questo auspicio è stato il collante che ha trovato d’accordo Tutti- dalle parole ai fatti.
In ultimo, abbiamo rivissuto l’esperienza dolorosissima del Dott.re Costa. Un padre, che ha raccontato l’abnegazione e la morte di suo figlio Ing. Luigi Costa e dello strazio del fratello Ing. Aurelio che solo dopo cinque giorni, lavorando gomito a gomito con i vigili del fuoco di Catania riusciva a trovare il corpo del fratello sepolto sotto le macerie a Scaletta Zanclea nella fatidica data del 1° Ottobre del 2009. Enzo Colavecchio ha poi riferito che l’Ordine degli Ingegneri ha subito tributato onore a questo giovane collega e per ricordarlo ha Istituito la Borsa di Studio “Ing. Luigi Costa”, a favore degli allievi Ingegneri civili.