Messina – «Due soli anni di vita ma con il patrimonio di una “Grande Storia Siciliana” di lotta alla mafia»

2013_03_23-2°AnniversarioAddiopizzoMessina2013_03_23-2°AnniversarioAddiopizzoMessinaIl film su Libero Grassi era appena iniziato, subito dalle prime immagini un turbinio di pensieri. L’uccisero, il 29 agosto 1991, nei pressi della sua abitazione a Palermo. L’avevo già visto nella trasmissione di Samarcanda, dove con un normalissimo tono di voce, spiegava il suo diniego a perdere la sua Libertà di Imprenditore, pagando il pizzo che gli veniva richiesto da “zio stefano”. C’era già stato il max processo, con i magistrati Falcone e Borsellino, che avevano lavorato per scrivere il documento dell’ ‘accusa nell’Isola dell’Asinara. Avevano ottenuto il riscontro alle loro argomentazioni, con le sentenze di condanna. Ma la società civile, non aveva dato nessun segno di resipiscenza. Solo nel 2007 Confindustria Siciliana con presidente Ivan Lo Bello mette mano e rimedio allo Statuto dell’associazione, inibendo l’accesso alle imprese che pagano il pizzo. Il risveglio si 2013_03_23-2°AnniversarioAddiopizzoMessina2013_03_23-2°AnniversarioAddiopizzoMessinaconcretizza, come racconta la moglie di Libero Grassi, quando: “il mattino del 29 giugno 2004, su centinaia di piccoli adesivi listati a lutto attaccati dappertutto per le strade del centro, Palermo ha letto per la prima volta questo messaggio: UN INTERO POPOLO CHE PAGA IL PIZZO È UN POPOLO SENZA DIGNITÀ. ”

«Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità»

In un’intervista Pina Maisano dice di ritenerli come suoi nipotini, sono passati 23 anni dall’uccisione del marito. Ed un giorno suonano alla porta e dei giovani si presentano dichiarandosi di essere i suoi “nipotini”. Il resto e meglio goderselo nel 2013_03_23-2°AnniversarioAddiopizzoMessina2013_03_23-2°AnniversarioAddiopizzoMessinafilmato, dove trovano adeguato spazio le riflessioni e le testimonianze dei figli di Libero Grassi.

Un filmato rispettoso della cronaca e dei sentimenti, senza fronzoli e dal contenuto pieno di tensione morale, ha meritato di essere approfondito in un breve ma sentito dibattito. In tutti è emersa la constatazione che molto lavoro resta da compiere, per colmare il gap con altre realtà di forte impegno. Nello stesso tempo c’è la consapevolezza che unendo gli sforzi di tutte le associazioni e dei liberi cittadini, potremo solo migliorare e dare ai giovani la prospettiva  di essere i veri protagonisti del loro futuro.

I magnifici doni sono stati estratti a sorte ed il più ambito (OVONE PASQUALE) è stato appannaggio della … Caritas. E’ questo è un ottimo segno per il futuro.

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