Messina – LAP – Si scrive acqua si legge democrazia – «L’acqua elemento naturale e spirituale»

PUBBLICATO IL 26 MAGGIO 2009-ORE 18:52– Lunedì 25 maggio 2009, si è svolto, coordinato da Daniele Ialacqua, un incontro pubblico sulle problematiche relative alla gestione del bene comune acqua. Promosso dal Forum Provinciale per l’acqua pubblica a Messina nell’ambito della mobilitazione popolare indetta dal 25-31 maggio del FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER L’ACQUA

Sono intervenuti: il Sindaco di Palma di Montechiaro (Ag) Rosario Gallo e per telefono l’on. Scilipoti. Erano presenti  numerosi rappresentanti delle forze politiche, sindacali, associazioni e semplici cittadini.

Le domande scaturite all’appassionato intervento di Rosario Gallo, Sindaco e coordinatore di enti locali per la gestione pubblica dell’acqua sono state molte e ben argomentate, ve ne ripropongo solo due: – L’acqua è un bene economico ? – – La gestione privata di un bene pubblico chi e cosa garantisce ?

Diversi interventi hanno sottolineato la scarsa cura di fa informazione ad esplicitare l’importanza di tale argomento, quasi fosse un fatto elitario che non coinvolge tutte le persone. Di converso il Rappresentante di una ‘giovane Associazione antimafia di Milazzo faceva rilevare come fornendo le giuste informazioni le persone si sono mobilitate, infatti ha raccontato che con l’aiuto di Parroci sensibili al tema dell’acqua sono riusciti a raccogliere oltre 2000 firme da presentare al Consiglio comunale.

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Questa sensibilità dei Parroci mi ha ricordato come l’elemento acqua sia inserito nella Creazione e quale importanza abbia nella vita fisica e spirituale di tutti i Popoli, a cominciare da quello Ebraico, con l’attraversamento del Mar Rosso, Mosè che batte la roccia a Meriva, il Battesimo di Gesù nel fiume Giordano, i Sacramenti: Battesimo, Eucaristia (l’acqua unita al vino…)… ed ecco come ne parla  san Cirillo di Gerusalemme, vescovo.  L’acqua elemento naturale e spirituale

Seconda Lettura -Dalle «Catechesi» di san Cirillo di Gerusalemme, vescovo -(Catech. 16, sullo Spirito Santo 1, 11-12. 16; PG 33, 931-935. 939-942)
L’acqua viva dello Spirito Santo
«L’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna» (Gv 4, 14). Nuova specie di acqua che vive e zampilla, ma zampilla solo per chi ne è degno. Per quale motivo la grazia dello Spirito è chiamata acqua? Certamente perché tutto ha bisogno dell’acqua. L’acqua è generatrice delle erbe e degli animali. L’acqua della pioggia discende dal cielo. Scende sempre allo stesso modo e forma, ma produce effetti multiformi. Altro è l’effetto prodotto nella palma, altro nella vite e così in tutte le cose, pur essendo sempre di un’unica natura e non potendo essere diversa da se stessa. La pioggia infatti non discende diversa, non cambia se stessa, ma si adatta alle esigenze degli esseri che la ricevono e diventa per ognuno di essi quel dono provvidenziale di cui abbisognano.
Allo stesso modo anche lo Spirito Santo, pur essendo unico e di una sola forma e indivisibile, distribuisce ad ognuno la grazia come vuole. E come un albero inaridito, ricevendo l’acqua, torna a germogliare, così l’anima peccatrice, resa degna del dono dello Spirito Santo attraverso la penitenza, porta grappoli di giustizia. Lo Spirito appartiene ad un’unica sostanza, però, per disposizione divina e per i meriti di Cristo, opera effetti molteplici.
Infatti si serve della lingua di uno per la sapienza. Illumina la mente di un altro con la profezia. A uno conferisce il potere di scacciare i demoni, a un altro largisce il dono di interpretare le divine Scritture. Rafforza la temperanza di questo, mentre a quello insegna la misericordia. Ispira a un fedele la pratica del digiuno, ad altri forme ascetiche differenti. C’è chi da lui apprende la saggezza nelle cose temporali e chi perfino riceve da lui la forza di accettare il martirio. Nell’uno lo Spirito produce un effetto, nell’altro ne produce uno diverso, pur rimanendo sempre uguale a se stesso. Si verifica così quanto sta scritto: «A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune» (1 Cor 12, 7).
Mite e lieve il suo avvento, fragrante e soave la sua presenza, leggerissimo il suo giogo. Il suo arrivo è preceduto dai raggi splendenti della luce e della scienza. Giunge come fratello e protettore. Viene infatti a salvare, a sanare, a insegnare, a esortare, a rafforzare e a consolare. Anzitutto illumina la mente di colui che lo riceve e poi, per mezzo di questi, anche degli altri.
E come colui che prima si trovava nelle tenebre, all’apparire improvviso del sole riceve la luce nell’occhio del corpo e ciò che prima non vedeva, vede ora chiaramente, così anche colui che è stato ritenuto degno del dono dello Spirito Santo, viene illuminato nell’anima e, elevato al di sopra dell’uomo, vede cose che prima non conosceva.

Revisione 1 maggio 2020

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