Messina – «Alla riscoperta di “Massa San Nicola” una della quattro Masse del territorio messinese»

Massa-S_Nicola
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Le quattro Masse – Castanea – Faro Sup. – Curcuraci

Massa San Nicola

una perla tra le ginestre

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– Massa San Nicola una perla tra le ginestre – Calendario 2006 

Riscopriamo attraverso il lavoro svolto dagli alunni della classe II C con la collaborazione degli allievi dell’I.T.G. “Minutoli”, il tributo alla riscoperta e alla rinascita di uno spaccato di storia messinese, …perché ciascuno di noi possa gelosamente custodire e valorizzare quel patrimonio culturale dentro il quale affondano le nostre radici. Il tutto è stato realizzato e rappresentato sotto forma di Calendario
Scuola Media Statale “Don Orione ” 3° Istituto Comprensivo – Messina Istituto Superiore ” G. Minutoli ” Sezione Geometri – Messina – ATO ME 3 S.p.A.

I primi tre mesi – Gennaio Febbraio e Marzo 2006

GENNAIO 2006

Le Masse, piccoli borghi agricoli sorti intorno al V secolo indicavano una comunità del tutto autonoma nel produrre il consumo interno e nel gestire tutti i servizi necessari.

L’insediamento dei quattro nuclei. che oggi corrispondono alle quattro Masse, pare sia avvenuta all’epoca delle incursioni barbariche per esigenza di difesa. Massa S. Lucia. Massa San Giorgio e Massa San Giovanni, sono situate su ridenti vallate che declinano dolcemente via via che si raggiunge la costa. Massa San Nicola, da noi ribattezzata “Una perla Ira le ginestre “. a differenza delle altre, e posizionata a fondo valle e deve sicuramente la sua esistenza alla presenza del torrenteCorsari“, fonte di approvvigionamento idrico di attività lavorative e via di comunicazione con i centri della riviera tirrenica.

Le sue origini storiche sono documentate; si presume abbiano avuto origine intorno al 592 D.C.. come da alcune lettere di Gregorio Magno.

Di sapore medioevale, testimonia ancora oggi “vie in ciottolato e tipologie abitative di blocchi pietra con ricorsi in mattoni; coperture a tetto con coppi alla siciliana. “

In posizione dominante sorge la Chiesa di San Nicola di Bari, edificata intorno al 1650 e restaurata ad opera di Monsignor Paino nel 1921.

Sul prospetto laterale sinistro si innesta un corpo di fabbrica dalle forme pittoresche con funzione di campanile, risalente al XVI secolo.

Qui trovano locazione due campane, nella più grande resta incisa, in un cerchio, la Madonna col Bambino e la scritta: Ave Maria Gracia Plena Do. lHS MCCCCCXll”.

Proverbio del mese: A Sant’Antoni / si no nivica chiovi / Si non chiovi fa bon tempu / E passau lu malutempu

Sant’Antoniu a gran freddura / San Lorenzu a gran calura / Unu e l’autru picca dura

La ricetta del mese: Nvoltini di maccarrunna

Còciri al denti maccarruna (o lagghialeddi all’ovu fatti ‘n casa (9 ova p’ogni chilu di farina) Tagghiari a ffeddi pari pari ‘na picca di milinciani e frijrili; supra ognuna di ‘sti freddi di milinciani fritti si metti ‘na furchittata i maccarrunna cu sarsa ‘i pummadoru friscu ciàurusa d’àgghiu e pipareddu, e na bona rattata di ricotta ‘nfurnala salateddaNcudduriari, poi, ogni fedda ‘i milinciana attornu e maccarunna. facennu ‘nvoltini chi si mettunu pari pari a filera ‘nta na tìgghia. Quannu su beddi e sistemati, ‘n autra ‘rattata di ricotta supra supra, e deci minuti di furnu mudiratu pi fari’ndorari.

FEBBRAIO 2006

Molti dei “Ciumaroli” cosi venivano chiamati gli abitanti di Massa San Nicola, svolgevano l’attività di “Mulinari ” cioè mugnai. Lungo il corso del torrente, sorgevano ben 12 mulini ad acqua che rendevano la valle brulicante di un andirivieni di contadini . Questi affluivano numerosi anche dal contado perché portavano ai mulini i cereali da macinare: grano, mais, orzo, fave, ceci. Ogni famiglia preparava il pane in casa: era un rituale sacro. All’alba ogni donna stava già davanti alla “madia“per impastare la farina con l’acqua e il lievito.

Fatti i pani li adagiava delicatamente sul suo letto, al caldo delle coperte, e in attesa che lievitassero. preparava il forno a legna.

Procurare la legna era compito del marito il quale al ritorno dai campi la portava “in fascine‘” sulle spalle.

Chi non aveva il forno cuoceva il suo pane presso qualche vicino avendo l’accortezza di lasciare, come ricompensa, qualche pagnotta .

Nei momenti di crisi il pane veniva impastato anche con farina di orzo di fave o di ceci.

I proverbi del mese:

Metti lu pani a li denti ca la fami si risenti

Lu vaccaru ch’avi frenu, havi pani, e si frenu nun havi. resta senza boi e senza pani.

Vacca chi non mancia assemi o boi, o mància prima, o mància poi.

La ricetta del mese: Pignolata

Ingredienti: 300g di fior di farina: 3OOg di zucchero; 8 uova; 2 cucchiai di liquore; strutto.

Preparazione: Impastare la farina e lo zucchero con le uova, meno 3 albumi, lo strutto e il liquore. Formare dei pezzetti lunghi un dito e tagliarli 1 cm 1/2. Sistemarli in una teglia imburrata e infornarli. A fine cottura, amalgamarli ad una glassa fatta con zucchero curamellato, i 3 albumi montati a neve, un po’ di succo di limone e la buccia dello stesso grattugiata. Sistemare a ponticello su un piatto di portata.

MARZO 2006

A Massa San Nicola. si coltivavano terreni in agrumeto. “I ciumaroli” riuscivano a produrre un tipo di limone che era presente sulla pianta durante tutti i mesi dell’anno. La limonicoltura costituiva cosi, un settore occupazionale non indifferente se si tiene conto che da questa provenivano i redditi di intere famiglie. Il limone di questo contado, giunto a piena maturazione, dava una resa di contenuto in succo, in acido citrico, in oli essenziali, in vitamina C e in alcool . superiore a quella delle altre produzioni limonicole. Questo delizioso frutto che emanava profumo e sensazioni gustative riusciva cosi ad essere competitivo sui mercati.

San Giusippuzzu

San Giusippuzzu lu vecchiareddu cu la scocca e lu cappeddu: siti lu spusu di Maria ‘Mmaculata: chidda donna è na biddizza o Maria di la trizza.

San Giusippuzzu vecchiareddu, v’ha ciurutu lu bastuneddu: siti patri comu vosi la Trinitati; comu u patri v’aduramu e cu gloria vi cantamu.

San Giusippuzzu vecchiareddu chi cadiu ‘ntra li spini, lu pigghiaru li parrini e lu mìsiru supra l’altaru, tutti l’ànciuli cci cantaru.

Il proverbio del mese

Megghiu to matri / mi ti cianci / Ca u suli di marzu / Mi ti tingi

La ricetta del mese: Acciughe nel succo di limone

Ingredienti: 800 g di acciughe – 8 limoni- 6 cucchiai di olio – I cucchiaio di origano – 1 spicchio d’aglio – 1 cucchiaio di prezzemolo

Preparazione: Togliere alle acciughe la testa e i visceri, dividerli in due filetti eliminando la lisca centrale, la pinna dorsale e la coda. Lavare i pesci sotto acqua fredda corrente e sgocciolarli. Mettere i filetti in una terrina, versarvi sopra il succo dei verdelli e farli riposare almeno sei ore o meglio la notte. Scolare il succo dei limoni, aggiungere l’olio, l’origano, l’aglio, e il prezzemolo entrambi tritati finemente e poi servire le acciughe in tavola.

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