Mazara del Vallo – «L’accoglienza dono di pace per i popoli che la praticano»

2015_Dicembre-ComunicareSperanza-n°8

Comunicare Speranza – n° 8 DICEMBRE 2015

«Un Natale semplice ed essenziale»

 Editoriale di suor Paola Dal Pra

È Natale. Il festeggiato e Gesù: un bambino adagiato in una mangiatoia, con una mamma e un papà pieni di tenerezza che lo curano e contemplano. C’è semplicità tutto parla di essenziale. Attorno c’è grande indifferenza. Nessun splendore, nessun apparato esteriore. Solo alcuni pastori, emarginati, accorrono…

È notte, ma Lui è la luce. E freddo, ma Lui riscalda. C’è incertezza, ma Lui di speranza e vita. Per quel bimbo, per quella Luce, per quel fuoco d’amore, oggi facciamo festa insieme, appartenenti a religioni e culture diverse, tutti uniti nel desiderio di essere operatori di pace. E per condividere la gioia e la speranza vissute negli ultimi mesi, oggi, con questo in seno, i ragazzi e operatori della Casa della Comunità Speranza di Mazara del Vallo comunicano le proprie esperienze e riflessioni. Sono gesti semplici, segni di una vita che fiorisce e vuole essere segno di comunione nel territorio e impegno per il bene comune.

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la storia – La nostra avventura dove la speranza non muore mai di Elisa Ralletti e Stefania Fiorentino

Parlare della nostra esperienza presso la Casa della Comunità Speranza non è facile, perché siamo qui da solo due mesi, ma soprattutto perché ogni singola giornata è ricca di sensazioni difficili da gestire e da trasmettere a chi non condivide con noi quest’avventura che amiamo definire missione. I nostri pomeriggi sono dedicati al sostegno scolastico rivolto a ragazzi di età diverse, per questo ognuna di noi
deve affrontare difficoltà ed esigenze differenti ma entrambe siamo accomunate dalle emozioni che ogni singolo ragazzo riesce a trasmetterci. Il nostro compito non si limita solamente a insegnare loro un metodo di studio, ma è soprattutto ascolto, comprensione e condivisione della loro vita quotidiana
e sentire il loro affetto ci arricchisce interiormente, donandoci la carica necessaria per svolgere a pieno il nostro ruolo ricco di passione, dedizione ed empatia.

il messaggio  – La guerra non conosce religioni. – di Hiba Nairi

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Da quando è nato il mondo e l’uomo ha cominciato a popolarlo sorgono conflitti che hanno portato all’odio. Guerra è il sostantivo che sovrasta e vince il suo antagonista, la pace. Siamo nel periodo natalizio e il Natale è una festa basata sulla pace e sull’amore. Il Natale è una festa cristiana, ma riguarda tutti, musulmani, ebrei, buddisti. Noi islamici, anche se questa festa non fa parte della nostra religione, le diamo grande valore perché parla di pace e quest’ultima è la parola più importante per la nostra religione. In questi ultimi tempi le scene di odio e di guerra stanno superando le scene di pace e di amore. Giudico la pace e la speranza bisogni primari dell’umanità, necessari per migliorare lo stile di vita di tutti gli esseri umani. Recentemente si parla sempre più di guerra e di terrore: a parer mio questo periodo è uno dei periodi più tremendi che un essere umano possa vivere, un periodo di guerra, di terrore, di discriminazioni. Se fossimo tutti uniti, tutte le religioni unite, potremmo sconfiggere questo terrore e ristabilire la pace. Da musulmana voglio ricordare anche che questa forma di terrore non mi rappresenta e non rappresenta la mia religione, visto che questi fanatici uccidono in nome di Allah. Nessun Dio invita i suoi fedeli a uccidere. Utilizzare il nome di Dio per giustificare la violenza è una bestemmia e voglio riaffermare con vigore che la strada della violenza e dell’odio non risolve i problemi dell’umanità. Queste sono le parole di Papa Francesco, una persona che stimiamo tutti per le sue buone maniere. La pace dovrebbe essere considerata un valore universalmente riconosciuto, in grado di superare qualsiasi barriera sociale, religiosa ed ogni pregiudizio ideologico. Perché, pur essendo consapevoli che nella realtà odierna la pace è un’utopia, non ci dobbiamo arrendere per averla.

il pensiero – Forte con il cuore, ricco con la mente – di Houssem Zaouali (HZ)

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Iniziò tutto all’improvviso. Accompagnando le mie sorelline nei locali dell’associazione “Casa Comunità Speranza”. Entrai con un sorriso. «Ciao, piacere» e, senza pensare veloce, ho deciso. Al posto di aspettare
fuori, posso fare il volontariato? Ha ha.. da lì, subito mi sono inciso. Fu grazie a suor Paola che già conoscevo. Mi ha ammirato per quello che dicevo. Behh.. sincero, non fingevo. Poi pian piano la stessa cosa è successa con gli altri…conoscendoli ebbi un grande sollievo: Giuseppe, Habib, Amir, Luigi, Lavinia, Stefania, Emilia, Patrizia e, tanti altri, più che una comunità, una gran bella famiglia era da quel che vedevo. In poche parole sia per me che per loro fu come un nuovo evo. Partenza: un caso di 13 anni (terza media), un altro di 15 (prima media) e un altro ancora di 17 al primo anno di scuola italiana (1° superiore). Tutti 3 intelligenti, però, il comportarsi da imbecilli era per loro come una decenza. Così, cominciai veloce a far valere la mia presenza. Un vero maestro anche senza alcuna licenza. Credendo in me stesso, facendolo con amore, mi è venuto facile acquisire la confidenza. Poi facendo com’esempio, puntando a insegnare per prima cosa il rispetto, allontanando la negatività, creando uno scopo ed
arricchirsi di sapienza. Questo è il mio obiettivo, pensavo di poter farcela, prima di scoprire che era un’illusione d’apparenza. Quello che ho fatto gli è passato come il vento, è servito solo a me com’esperienza. Perché, infine, sono arrivato a conoscere pure il nucleo del problema, la coscienza.

dentro la comunità – IL CUCITO E’ SERVITO: A LEZIONE OGNI GIOVEDI’ di Giuliana Gasijan

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Ogni giovedì (alle ore 17), nei locali della Comunità si tiene il laboratorio di cucito. L’insegnante è Angelita Tumbiolo. Appena arriviamo chiacchieriamo tra di noi, poi Angelita ci spiega cosa dobbiamo fare e ci mettiamo subito al lavoro, in silenzio. Il primo lavoretto che abbiamo fatto è stato il “taschino porta aghi” personalizzato, il secondo lavoro è stato imparare ad accorciare o allungare un pantalone. È un’esperienza fantastica perché si impara una cosa che ci servirà molto in futuro facendola in modo divertente.

la storia – Da allievo a operatore coi ragazzi – Amir:«Ho realizzato uno dei miei sogni» di Amir BouBaKer

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La mia esperienza presso la “Casa Comunità Speranza” è iniziata perché ballavo e volevo far ballare i bambini perché sapevo che musica e disciplina potevano aiutare molto, come avevano aiutato me. Poi sono diventato uno della Comunità Speranza: da li è cominciato un grande cammino che mi ha portato a crescere e a capire l’importanza dello studio e del rispetto verso chi mi sta attorno. Adesso, grazie a questo percorso, sono riuscito a realizzare uno dei miei sogni che ho avuto fin da piccolo, essere insegnante ed insegnare ciò che so e trasmettere l’importanza che lo studio ha, perché studiando si crea un futuro migliore con una speranza in più per il lavoro, come è accaduto a me.

la break dance – Il nostro gruppo è un po’ forte… di Kevin Tatarevic

Il nostro maestro Amir ci insegna la break dance e ci ha portati a ballare davanti a Papa Francesco. Abbiamo iniziato a ballare da un po’ di tempo. Quando balliamo ci sfoghiamo e ci divertiamo. Ricordo
che quando abbiamo ballato la prima volta non sapevamo fare quasi niente ma adesso siamo veramente bravi e per il nostro futuro, vogliamo diventare ballerini. Il nostro gruppo è un po’ “forte” e siamo stati invitati assieme al gruppo dei grandi a Castelvetrano per esibirci in piazza ci siamo fatti vedere dalla gente per diventare più popolari.

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l’esperienza – «Noi Rom in Vaticano per ballare davanti a Papa Francesco» di Arif Hida
Mi chiamo Arif Hida. Ho 15 anni e sono di origine jugoslava, cioè sono un Rom. Inizio col dirvi che faccio
parte di un gruppo chiamato “Agive romano Celipe”, formato da ragazzi Rom di diverse età dai 6 ai 16 anni che vivono a Mazara del Vallo. Grazie a “Casa della Comunità Speranza”, l’associazione che frequento fin dalla prima elementare e agli insegnanti Akmet e Jemina, ci siamo esibiti in diversi posti e luoghi. Si tratta di danze folkloristiche tipiche del nostro paese d’origine. Il solo sentire della musica richiama e coinvolge in maniera spontanea tutti i miei connazionali e non solo!. Vogliamo tramandare la nostra cultura, le nostre tradizioni e le nostre danze in tutto il mondo e a ottobre di quest’anno siamo riusciti addirittura ad esibirci a Roma davanti a Papa Francesco. Giunti a Roma, lo ammetto, mi sentivo
un po’ importante e quando siamo arrivati alla sala Nervi ero ansioso di conoscere e confrontarmi
con altri della mia stessa etnia. Vedere tanti Rom provenienti da tutte le parti del mondo per me è stato entusiasmante; osservare i colori e la bandiera dei Rom svolazzare per tutta la sala era una meraviglia. Sembrava di essere dentro un arcobaleno. Ricordo come se fosse ieri l’esibizione. Pur essendo di religione musulmana, ero così elettrizzato ma allo stesso tempo preoccupato all’idea di esibirmi di fronte a Lui. I ragazzi erano tutti emozionati. I quattro minuti di esibizione sono passati così velocemente su quel
palco enorme e vedere il Papa sorridere di gioia per la nostra coreografia riempiva i nostri cuori
di entusiasmo. Spero di vivere altre emozioni così intense con i miei compagni, di fare qualche
altra esperienza simile e magari tornare dal Papa per poterlo abbracciare!

Immaginela riflessione – Un unico disegno per tutte le religioni: la salvaguardia dentro la notizia del Creato -di Mustapha Mosrati

Non c’è religione al mondo che non intervenga per ordinare il bene e proibire il male. L’obiettivo finale di tutte le religioni è la  proclamazione della dignità e dei diritti dell’uomo, l’aspirazione alla giustizia e la preparazione di un ordine nuovo e più equo. Tutte le religioni hanno un unico disegno: la salvaguardia del Creato. Il Corano (sotto il versetto 93, surat Al’Nise2) pone l’uomo al centro del creato e condanna fermamente l’omicidio ed il suicidio. Purtroppo a causa della situazione attuale, causata da alcuni fanatici con dubbi sulla chiave di lettura religiosa e con un’insensata malvagità e brutalità, arrivando anche ad alienare il sacrosanto diritto alla vita, l’Islam è denigrato e calunniato.
Immagine-dentro_la_notiziadentro la notizia – In quel viaggio il valore di noi ragazzi. – di Giuska Raifi
Noi ragazzi Rom della Casa della Comunità Speranza di Mazara del Vallo siamo andati a Roma per ricordare un evento che è successo 50 anni fa. Il Papa era andato a visitare per la prima volta un campo Rom e questa volta Papa Francesco ha deciso che, per ricordare quella festa, i Rom di tutto il mondo dovevano andare a casa sua. Eravamo emozionatissimi, abbiamo aspettato tanto per vederlo, eravamo già stanchi poi abbiamo sentito le persone che gridavano e su una televisione grande abbiamo visto il Papa che stava arrivando: abbiamo iniziato a tremare dalla paura di sbagliare, io non volevo più ballare, ma mi hanno tranquillizzata. È partita la musica e abbiamo iniziato: il Papa era proprio seduto davanti a me e sorrideva! Il mio cuore batteva forte, c’era il pubblico che teneva il nostro ritmo con le mani e di sicuro tutti pensavano che noi eravamo fortunati! Questo viaggio mi è servito come ragazza Rom perché mi ha fatto capire che noi valiamo: ogni ragazza o ragazzo sognerebbe di ballare davanti al Papa!

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i laboratori – La passione del calcio tra allenamenti e partite – Ismal: « Quel rigore sbagliato non mi fermerà…» di Ismail Hida
Mi chiamo Ismail Hida, ho 11 anni e sono di origine jugoslava. Ho iniziato a giocare a calcio a 5 nella squadra del Mazara Casbah l’anno scorso. L’anno prima c’era mio fratello e io non potevo perché ero troppo piccolo, ma andavo lo stesso a vedere sempre gli allenamenti e le partite. Quando è arrivato
il mio turno non ci credevo. In comunità ogni anno c’è la gara per essere scelti. Dipende molto dal comportamento e dallo studio. Sono stato scelto! É stato bellissimo. I nostri allenatori, Massimo e Vito, ci hanno preparato al campionato. Tante partite vinte e una soltanto persa. La più importante. La finale. Ricordo come se fosse ieri. Dopo i tempi supplementari il risultato della partita era Trapani-Mazara Casbah 2-2. Si va ai calci di rigore l’ultimo a calciare sono stato io. Dentro mi sentivo un fuoco. …1, 2, 3… corro, calcio e… parato! Abbiamo perso! Che disperazione! Una cosa non capivo. I mister erano contenti lo stesso. Io no! Quest’anno abbiamo iniziato con tante difficoltà perché non abbiamo un campo dove allenarci e giocare. Ma qui in Comunità troviamo sempre un modo! Anche quest’anno parteciperemo.
Quel calcio di rigore non mi fermerà, mi impegnerò di più per migliorare e chissà, vincere il campionato.

 

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disegni&poesie Le immagini.
Questo primo disegno qui a sinistra è stato realizzato da Wajd,  alunno di prima elementare che frequenta la Casa Comunità Speranza. Il secondo disegno, invece, è stato realizzato da Hamed: figurano
i nomi di due operatrici, Patrizia ed Elisa e quelli di alcuni allievi del Centro. I due disegni sono stati accompagnati dal pensiero scritto da Zilan: “Con questi disegni vogliamo dirmi che l’amicizia è importante”.

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la storia – Dai Libri al calcio del “mazara casbah”. di Nader Bouchnak
Immagine-NADERMi chiamo Neder, ho 10 anni e vado tutti i giorni a studiare nella Casa della Comunità Speranza. Ogni giorno ho tantissimi compiti. Un giorno mi è stato chiesto se volevo giocare a calcio. Sono stato contento perché sapevo cosa era. Ho sentito parlare negli altri anni dai ragazzi che giocavano a calcio con il Mazara Casbah. Ogni anno ho festeggiato con loro quando vincevano, ma non potevo giocare perché ero piccolo.
Questo è il primo anno che posso allenarmi con loro. Mi è stato detto che parteciperemo al campionato,
ma devo studiare sempre e comportarmi bene. Non vedo l’ora di giocare con le altre squadre e divertirmi.

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La creatività nei Piccoli manufatti. di Manar e Duha
Durante le ore di laboratorio artistico realizziamo dei piccoli lavori ed esprimiamo la nostra creatività attraverso l’uso dei colori e di vari materiali. Passiamo momenti felici insieme e ci aiutiamo reciprocamente.

Immagine-DoposcuolaIl doposcuola per noi stranieri. di Jemmali Ghada e Hanene Bouajila
Il doposcuola è importante per le persone che vogliono imparare ed andare bene a scuola, fare i compiti in maniera adeguata e soprattutto per noi stranieri che abbiamo difficoltà a fare i compiti da soli.

 

Immagine-Lama_nel_CuoreLa Lama nel cuore. di Wael Sfar
Dalla lama che trafigge il cuore, sgorga rabbia e dolore. La mano insanguinata sarà poi lavata. Ma la sofferenza provocata non sarà mai cancellata.
Tra Libri e scherzare insieme di Houneida Mejri
Il dopo scuola secondo me è molto importante perché aiuta a capire tutto ciò che si fa a scuola. Si può studiare con gli amici, si può scherzare insieme passare il tempo. Anche le persone che ci aiutano a studiare sono meravigliose, sempre pronte ad aiutare tutti .

PERIODICO DEI RAGAZZI DELL’ASSOCIAZIONE “CASA DELLA COMUNITÀ SPERANZA” DI MAZARA DEL VALLO
INSERTO SPECIALE ALLEGATO AL N. 22/2015 DEL QUINDICINALE DIOCESANO “CONDIVIDERE”
SEDE: VIA DEI PESCATORI, 10 – 91026 MAZARA DEL VALLO (TP)
CASADELLACOMUNITASPERANZA@GMAIL.COMWWW.CASADELLACOMUNITASPERANZA.ORG

L’Originale… IN FORMATO STAMPA

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