
Ogni Gruppo ha la sua storia. Quando diverse sensibilità si incontrano l’arte di coniugarle appartiene solo a persone di grande apertura mentale e di grande dirittura morale. Ecco perchè il Gruppo, formato da tanti professionisti, ha voluto alla guida i Parroci Guanelliani, in successione; Don Nino (fondatore insieme al dott. Saro Biondo -memoria storica del gruppo-), Don Fabio Lorenzetti ed attualmente Don Aldo Mosca.
Tre temperamenti diversi uniti dallo stesso desiderio di essere al servizio degli uomini e donne che vivono nel territorio del Villaggio Aldisio e di Fondo Fucile. Per questo ritengo doveroso comunicare il lavoro svolto da tante componenti, con un ringraziamento particolare alla memoria della Dott.ssa Lucia Natoli, che ha fatto da perno a tante iniziative del GOZ.
Cominciamo quindi a raccontare con l’ausilio dell’Assistente Sociale Sara Tornesi la …

LA STORIA DEL GRUPPO
Il Gruppo Operativo di Zona nasce dall’incontro spontaneo di tre realtà (scuola, consultorio familiare e parrocchia) che riconoscono nell’integrazione il punto di forza per individuare soluzioni ai casi di dispersione scolastica molto numerosi nella zona compresa tra i rioni di Villaggio Aldisio e Fondo Fucile dove risiedono i bambini che frequentano la scuola elementare N. Ferraù e la scuola media inf. A. Luciani.
L’esigenza di pochi di raccordarsi con altri operatori, tenendo conto degli altri servizi interessati “al compito” in quel territorio, si trasforma in una azione di coinvolgimento (premessa del lavoro di rete).
Pertanto, dopo un’ azione di coinvolgimento dei Servizi con competenza territoriale, in data 08/04/97 si costituisce il Gruppo Operativo di Zona che elabora un regolamento ed individua nella Parrocchia S.S. Salvatore di Villaggio Aldisio la sede delle riunioni.
Il Gruppo, che si incontra con cadenza mensile, si configura come luogo in cui più operatori ricercano soluzioni in risposta a bisogni individuali che provengono dalla popolazione e in particolare, ci si impegna nell’ambito della dispersione scolastica, collocando al centro degli interventi i bambini con rischio di inadempienza ed abbandono.

Il disagio scolastico del bambino, “sintomo” di una condizione più complessa, pone la necessità di affrontare il problema nella sua globalità individuando strategie di intervento per la famiglia, l’ambiente scolastico, il territorio.
E’ una fase in cui si lavora sul bisogno, ma attraverso la quale gli operatori sperimentano la possibilità di una reale integrazione sul caso, con l’obiettivo iniziale di promuovere la circolarità delle informazioni sulle “situazioni problema” al fine di evitare sovrapposizioni di interventi.
Il Parroco assume la leadership del gruppo, e promuove dinamiche partecipative; istanze valoriali, senso di forte responsabilità e di appartenenza in ogni membro.
L’istituzione di un servizio per la dispersione scolastica presso il Servizio Tutela Materno Infantile – Consultori Familiari; apre una nuova riflessione sugli obiettivi del gruppo, che riconosce la maturazione di ‘senso di appartenenza, di relazioni, di capacità di integrazione. gruppo quale risorsa per nuovi obiettivi.
Nella ricerca di nuovi assetti il gruppo si stabilizza nella partecipazione, verifica la motivazione ad una operatività integrata e si rappresenta nella specificità del mandato istituzionale.
Nell’anno 2000 si verificano una serie di eventi:
- Interni al gruppo (il trasferimento di padre Nino, a cui succede Don Fabio Lorenzetti);
- Legislativi (legge quadro dei servizi sociali – n° 328/2000);
- Culturali (si ridisegna il modello di protezione sociale nell’ottica dello sviluppo umano e non semplicemente della tutela); .
- Istituzionale (il Comune di Messina incrementa l’organico delle Assistenti Sociali, assegnate all’Istituzione per i Servizi Sociali).

RIDEFINIZIONE DEL GRUPPO
(Continuità e trasformazione)
Il nuovo quadro legislativo offre spunti di discussione e suggerisce le nuove strategie operative verso cui proiettare il Gruppo.In questa prospettiva si apre un percorso di trasformazione che, utilizzando la stabilità e la coesione del gruppo come risorsa, si muove verso la seguenti direzioni:
- il passaggio da una esperienza a forte motivazione personale, quasi di natura volontaristica, ad una integrazione riconosciuta dai soggetti che, a diverso titolo sono coinvolti nel sistema dei servizi socio-sanitari e del terzo settore.
- il passaggio dall’intervento su richiesta individuale all’intervento di comunità, di tipo promozionale.
- la definizione di strategie operative finalizzate a promuovere nei servizi nuove capacità di integrazione per porre al centro degli interventi la persona e non il “sintomo”, nell’ottica dello sviluppo umano e non semplicemente della tutela.
MISSION
Il Gruppo Operativo di Zona individua nella comunità come luogo di vita ed ambito di relazioni il proprio contesto operativo, e vuole mettere in campo un servizio/agenzia che attraverso il lavoro di rete consenta l’attivarsi di risorse e opportunità comunitarie, contribuisca a sviluppare relazioni ed aggregazioni tra soggetti pubblici e privati a supporto della quotidianità delle famiglie, volendo incidere sulla qualità degli ambienti in cui crescono le nuove generazioni.
METODOLOGIA
Il processo di trasformazione avviato dal gruppo ha richiesto un cambiamento culturale (di forma mentis) scandito da fasi che, partendo dalla verifica del lavoro svolto dal Gruppo e dei risultati raggiunti analizzando i punti critici ed i punti di forza (dal ’97 al 2000) (metodo utilizzato: la narrazione del gruppo), ha formalizzato la partecipazione di tutti i soggetti interessati per valorizzare la collaborazione tra servizi pubblici e privato sociale ed il patrimonio di competenze esperienziali e professionali, e chiamato gli operatori a ripensare al proprio ruolo, alle proprie funzioni e alle proprie responsabilità nella promozione di risorse della comunità utilizzando come base conoscitiva di partenza i programmi, attività e prestazioni fornite dai servizi e terzo settore nel quartiere.
NUOVA ORGANIZZAZIONE DEL GRUPPO
Il Gruppo Operativo di Zona è costituito da operatori che rappresentano i servizi Istituzionali e operatori del terzo settore che nel loro mandato hanno previsto l’attività territoriale e che intendono realizzare progetti di sviluppo comunitario.
Il Gruppo ha un nucleo centrale (Gruppo Guida) che si riunisce con cadenza quindicinale (primo e terzo martedì del mese) per discutere l’ordine del giorno.
Le attività previste consistono nelle verifica dei progetti in corso, nella proposizione di aree problematiche, rispetto alle quali si censiscono le risorse e si analizzano le proposte operative, nella costituzione di gruppi tematici, nel facilitare i cittadini nella comunicazione con le Istituzioni.
All’interno del gruppo guida si costituiscono i gruppi tematici, che si fanno carico di progettualità specifiche da introdurre nella comunità.

ARTICOLAZIONE DEL PROGETTO
Il progetto è articolato in FASI distinte nel seguente modo:
1ª FASE Storia del Gruppo (1997-2000)
- Obiettivi iniziali e risultati raggiunti
2ª FASE Ridefinizione del Gruppo
- Verifica del modello centrato sulla richiesta
- Condivisione della Mission
- Progettazione di un sistema di Servizi ed interventi (pubblici e terzo settore)
- Raggiungimento di congruenza tra lavoro del gruppo e programmazione dei Servizi di appartenenza
3ª FASE Definizione di un modello metodologico
- Raggiungimento di linguaggi e modelli teorici condivisi
- Individuazione di risorse, strumenti” tempi e compiti
- Individuazione dell’organizzazione del gruppo
- Lavoro per progetti
4ª FASE Ideazione di progettualità mirata
- Grande gruppo/guida (in cui si elaborano le linee guida per gli interventi a livello politico e a livello operativo
- Piccolo gruppo di lavoro (progettazione)
5ª FASE Esecutiva
- Immissione di microprogettualità con obiettivi di promozione della comunità.
- Studio di ambiente (lettura dei bisogni)
IL GRUPPO SI RACCONTA DAL’97 AL 2000
obiettivi |
punti di forza |
punti critici |
risultati raggiunti |
riduzione della dispersione scolastica | condivisione di interventi integrati per il raggiungimento dell’obiettivomaggiore progettualità nelle politiche sociali | mancanza di coordinamento da parte dell’Ente Locale focalizzazione sul caso | coinvolgimento “Centri Sociali”recupero degli allievi dispersi?N° segnalazioni nel ’97N° segnalazioni nel ’98 n° casi lavo integrato |
raccordo tra servizi per il superamento degli interventi-frammentati | lavoro integrato di interventi sul caso (approccio globale)consolidamento dei tegami tra i componenti del gruppo | autoreferenzialità del gruppomancanza di linguaggio e di significati comuni | circolarità delle informazioni coinvolgimento di tutti i servizi e terzo settore presenti nella zona |
interventi di promozione e di aiuto da introdurre nella comunità | stabilità dei servizimessa a disposizione delle competenze /informazioni da parte dei partecipanti al gruppocoinvolgimento emotivo | autoreferenzialità del gruppomancanza di visibilità del gruppomancanza di un progetto rivolto alla comunità | incremento di servizi nella zona su progettualità dei servizi rappresentati nel gruppocorsi prematrimoniali (cons.fam)”Casa Tassoni” (C.S.M. – coop.ri Guanelliani)Punto di ascolto nella scuola elementareGiubileo della cultura nel territorio |
SERVIZI INTERESSATI:
Comune di Messina – Istituzione per i Servizi Sociali | Sara Tornesi | |
USSM – Ufficio di Servizio Sociale Minorenni | Lucia Natoli | |
Dip, to Salute Mentale -Messina sud | Rina Molino | |
Servizio Neuropsichiatria Infantile -Messina sud | Letizia Gugliermo | |
Consultorio Familiare – Gazzi Fucile | Nina Santisi | |
Consultorio Familiare -Villaggio Aldisio | Saro Biondo | |
Medicina Scolastica | Gino Sancetta | |
Scuola Elementare “N. Ferraù” | Franca Alongi | |
Scuola media inf. “A. Luciani” | Paolo Sanfilippo | |
I.T.S. Geometri ” G. Minutoli” | Carlo Franciò | |
Consiglio del V° Quartiere | Nicolino Arlotta | |
Cooperativa “Lilium” | Maria Rita Giordano | |
Parrocchia S.S. Salvatore -Vill. Aldisio | Fabio Lorenzetti | |
Associazione Cooperatori “Guanelliani” | Pina Fradà | |
Associazione di volontariato “Mano Amica” | Nicola Carrozza | |
Associazione 7000 | Cardone Luigia |
OBIETTIVI SPECIFICI:
- Riconoscere le reti del territorio facilitando il raccordo tra risorse formali, informali e servizi esistenti.
- Accrescere le conoscenze, il sapere e le informazioni tra i servizi e le risorse;
- Valorizzare i legami di condivisione e responsabilità tra servizi
- Consolidare e formalizzare la collaborazione interistituzionale
- Costruire una rete di servizi visibili
- Realizzare l’integrazione fra interventi sanitari, sociali ed educativi a livello di comunità.
- Favorire il lavoro per progetti
RISORSE:
Umane: Gruppo interistituzionale
Materiali: Sede Parrocchiale
Legislative
SEDE: Parrocchia del S.S. Salvatore -VilI. Aldisio”
METODOLOGIA: Approccio di comunità
TEMPI DI ATTUAZIONE: 1 anno
STRUMENTI: lavoro di gruppo
MODALITA’ OPERATIVA:
Verbali di riunione
Programmazione annuale dei servizi
Riunioni di Gruppo con cadenza quindicinale
DESCRIZIONE DEL PROGETTO
lª FASE STORIA DEL GRUPPO tempi: 1 mese
OBIETTIVI |
AZIONI |
RISORSE |
RISULTATI ATTESI |
INDICATORI |
Ricostruzione della storia del gruppo | Racconto del percorso | Testimoni storici del gruppoverificare perseguimento obiettivisocializzare il percorso con tutti i componentiproduzione documentazione | Riordinare le tappe del Gruppo verifica | Partecipazione dei testimoni storicipartecipazione agli incontrivisibilità dei risultati raggiuntiproduzioneproduzione di documentazione (schema) |
2ª FASE RIDEFINIZIONE DEL GRUPPO tempi: 4 mesi
OBIETTIVI |
AZIONI |
RISORSE |
RISULTATI ATTESI |
INDICATORI |
Ricostruzione della storia del gruppo | Racconto del percorso | Testimoni storici del gruppoverificare perseguimento obiettivisocializzare il percorso con tutti i componentiproduzione documentazione | Riordinare le tappe del Gruppo verifica | Partecipazione dei testimoni storicipartecipazione agli incontrivisibilità dei risultati raggiuntiproduzioneproduzione di documentazione (schema) |
OBIETTIVI |
AZIONI |
RISORSE |
RISULTATI ATTESI |
INDICATORI |
Consolidare la collaborazione interistituzìonale | formalizzare la partecipazione al gruppo con i rispettivi servizi di provenienzarichiesta di referente per servizio con continuità di presenza | Legislativeesperienze di altre realtàincontri strutturatii referenti nominati dai servizi | conferma dell’adesionecoinvolgi mento dei soggetti territorialirappresentatività di Servizio/Ente e non personale | N° di soggetti territoriali che costituiscono, il gruppo in rappresentanza del Servizio/Enteindicazione di un referente per Serviziocontinuità della partecipazione agli incontri |
accrescere le conoscenze, il sapere e le informazioni tra servizi | lettura e raccolta della programmazione degli Enti di appartenenzaconoscenza sull’organizzazione dei serviziconoscenza degli interventi territoriali di comunità | programmazione annuale dei Servizi o degli Enticarta dei Serviziprogetti cooperativi nel territorio | congruenza tra i programmi dei servizi e il progetto del gruppo | N° servizi con programmazione annualeN° programmi in cui sono previsti interventi di di comunità |
valorizzare la cultura professionale e di responsabilità interna al gruppo | scambio di esperienze nella realtà dei Servizicircolazione dei dati relativi ai bisogni/problemi dell’utenza che afferisce ai servizidivulgazione delle iniziative in tutti i serviziautoformazione | il Gruppo | incrementazione delle conoscenzeprima lettura dei bisogni della comunitàcostituirsi equipe interprofessionale quale referente tecnico per i bisogni della Zonaintrodurre il modello di lavoro di rete | |
condivisione della mission | definizione del ruolo del Gruppovalutazione sull’investimento di risorseil Gruppo riconosce la validità degli interventi a sostegno della normalitàriconoscere la comunità come risorsaconsiderare il cittadino al centro degli interventi, protagonista del proprio sviluppo | Legislazione vigenteesperienze esterneesperienze interne | dichiarazione generale con cui il gruppodefinisce la propria organizzazione e ciò che si propone di fare | condivisione totale? |
3ª FASE DEFINIZIONE DI UN MODELLO METODOLOGICO tempi: 2 mesi
OBIETTIVI |
AZIONI |
RISORSE |
RISULTATI ATTESI |
INDICATORI |
introdurre un modello di lavoro di Rete | valorizzare il lavoro del professionista del sistema formalevalorizzare il sistema informale esistentericonoscere la relazione tra il sistema formale e quello informaleconsiderare il cittadino al centro degli interventi, protagonista del proprio sviluppo | relazione tra i membri del gruppo | aumentare l’efficacia degli interventicostruire il rapporto tra il sistema formale e quello informalesperimentare funzioni e modalità di lavoro per la promozione e lo sviluppo delle reti. comunitarie | |
lavorare per progetti(valutazione interna al Gruppo) | mantenere l’interesse a parteciparestabilire connessione tra gli obiettivi dei servizi di appartenenza e quelli del Gruppo a cui si collabora | professionalità e culture presenti nel Gruppo | sperimentare funzioni e modalità di lavoro per la promozione e lo sviluppo delle reti comunitarie | |
Formalizzare l’integrazione tra Servizi e Terzo Settore | studio della legislazione vigentestimolare i processi di decisione delle nuove politiche sociali | presenza di referenti degli attori socialiLeggiPiano nazionale degli interventi e dei servizi sociali 2001-2003 | Protocollo di intesaProposta di progettualità integrata |
I
4ª FASE IDEAZIONE DI PROGETTUALITÀ MIRATA tempi:
OBIETTIVI |
AZIONI |
RISORSE |
RISULTATI ATTESI |
INDICATORI |
condivisione delle tematiche | stabilire le priorità degli interventimettere in relazione le priorità con la fattibilità dell’ideazionepartire da una tesi che convalidi l’investimento delle risorse | studi già effettuati sui bisogni della comunitàcasistica degli operatoripiano nazionale degli interventi e dei servizi sociali 2001-2003 | progettualità interistituzionale | Partecipazione dei testimoni storicipartecipazione agli incontrivisibilità dei risultati raggiuntiproduzioneproduzione di documentazione (schema) |
RIFERIMENTI LEGISLATIVI
La prassi e le forme di collaborazione, tra attori sociali formali ed informali, avviate all’interno del Gruppo Operativo di Zona vanno riconosciute all’interno di un quadro di riferimento normativo : ‘
L.112/98 artt. 113 e 128
L.328/2000 art. 1 comma 4- 5
art. 6 comma 3 lettera a
Piano Nazionale degli interventi e dei servizi sociali 2001/2003
Ci troviamo infatti di fronte ad un momento particolarmente significativo della storia del sistema del welfare: le più recenti normative indicano una riorganizzazione del welfare che parte dalla società locale e dalle risorse di una comunità ristretta.
E’ necessario sviluppare logiche e culture di integrazione per le quali le politiche sociali vanno legate alle politiche sanitarie, alle politiche della formazione, alle politiche dell’istruzione, alle politiche del lavoro, ma anche modalità di integrazione tra Enti pubblici e soggetti appartenenti al terzo settore e alla società civile (a partire dalle famiglie fino- alle più sofisticate imprese sociali)
Il territorio è il luogo della comunità locale nelle sue diverse espressioni sociali, culturali, istituzionali. Occorre stimolare la società, nelle sue aggregazioni, nelle sue espressioni istituzionali, agevolando tra di esse dialogo e collaborazione, affinché l’intera comunità maturi sensibilità ai problemi di emarginazione, al benessere, alla socializzazione, alla reciprocità se ne faccia carico, e sviluppi partecipazione attiva e solidarietà sociale valorizzando le iniziative delle persone e dei nuclei familiari, le fonne di auto-aiuto e la solidarietà organizzata.
Occorre impostare un sistema di servizi che parta dalla domanda dei cittadini e non dall’offerta, superi la logica settoriale per “categorie di intervento” e, attraverso progettualità mirate passi dal sistema di assistenza al sistema di inclusione.
Un abbraccio a Carlo Franciò e complimenti vivissimi per il lavoro enorme fin qui svolto.
Senz’ altro questa pagina è da considerarsi l’ unica bacheca del gruppo e strumento formidabile per operare con maggiore incisività