Messina – 7 marzo 1947 -« La Memoria ci aiuta a non dimenticare i nostri concittadini caduti durante una manifestazione contro il carovita» –

Continua il ricordo del 7 marzo 1947 – la manifestazione commemorativa del 2011 è organizzata dalla Federazione della Sinistra Messinese.

Lunedì 7 marzo 2011 alle ore 10.30

Luogo: Piazza Unità d’Italia (fronte Prefettura)

Ricordo di Giuseppe Maiorana, Biagio Pellegrino e Giuseppe Lo Vecchio

«Ricordare questo evento a sessantaquattro anni dalla tragedia – sottolineano dalla FdS – significa dare un senso al sacrificio di quei messinesi e riconsegnarlo alla memoria collettiva di tutta la città, cosa tanto più importante se si considera che l’impegno per una società più giusta che ispirò quel grande e tragico episodio di mobilitazione popolare trova ragion d’essere ancheai nostri giorni, in cui l’area di povertà e di precarietà sociale ed economica del Paese intero e di Messina in particolare si estende sempre di più mentre il lavoro rimane ancora una chimera per troppe persone, mentre l’ideologia delle destre al potere continua a ridurre le tutele dei lavoratori e delle fasce sociali più deboli e aggrava il divario tra ricchi e poveri e tra nord e sud d’Italia”.» Antonio Bellantoni

VIDEO COMMEMORATIVO 2010

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Evento: Un fiore per il 7 Marzo
Era il 7 Marzo del 1947 la mattina in cui esplosero i colpi. Paradossalmente in Piazza Unità d’Italia, davanti alla Prefettura di Messina. Nemmeno un anno dalla Repubblica, nemmeno due mesi prima di Portella della Ginestra. Decine di migliaia in piazza fra artigiani, impiegati, operai. Sul fronte opposto Carabinieri e Polizia. Causa della protesta le nuove imposte di consumo sui generi di prima necessità e la mancata osservanza del contratto nazionale a favore dei lavoratori industriali. I sindacati tentano invano un incontro col Prefetto, mentre fra la folla gruppi monarchico-fascista e agenti infiltrati fomentano l’agitazione popolare. Si affaccia il viceprefetto Castrogiovanni, inizia la sassaiola, i lavoratori sono un fiume in piena, incontenibili, nel panico e in netta minoranza le forze dell’ordine. “Avanti Savoia!” riecheggia così il grido di un ufficiale dei Carabinieri. Esplodono i colpi. Sulla trentina i feriti, tre uomini toccano il suolo, due non si solleveranno più: il calzolaio Giuseppe Maiorana di 41 anni, e il manovale Biagio Pellegrino di 34, entrambi militanti nel PCI. Il terzo, Giuseppe Lo Vecchio operaio di 19 anni, morirà giorni dopo all’ospedale Regina Margherita. Minimo il rilievo sulla stampa cittadina mentre in campo nazionale sorgono domande. Si apre il capitolo giudiziario, nel ’54 viene celebrato il processo, cinque fra carabinieri e poliziotti accusati non sono ritenuti responsabili del crimine. Sentenza confermata in appello l’anno seguente. Termina così la prima pagina nera della Repubblica e della Messina postbellica. Caduta nel dimenticatoio, questa vicenda è nota a pochi, solo al 40° anniversario il Comune di Messina pone una lapide nel luogo dell’accaduto senza preoccuparsi di inaugurarla. Dopo un’iniziativa spontanea proveniente dal web, l’associazione Energia Messinese abbraccia con entusiasmo la causa e invita tutti i cittadini, Domenica 7 Marzo a porre liberamente e senza vincoli di orario un fiore sulla lapide. Un piccolo gesto spontaneo a basso costo, per tenere accesa la luce della memoria; con la speranza di far conoscere la storia Messinese, quel patrimonio comune che spesso viene dimenticato, riferito male, a metà, strumentalizzato. La sconfitta la paghiamo oggi, nell’anticultura profusa da una parte consistente del circuito mediatico, nel sapere di pochi e nel silenzio di troppi, con la conseguenza, perseguita troppo spesso dal sistema dominante, di calare una coltre di oblìo su vicende che, invece, dovrebbero essere assunte con orgoglio al patrimonio civile di un comunità intera. La sconfitta la paghiamo oggi, quando non ci ricordiamo che molti dei nostri diritti nascono dal sangue di persone che per i propri ideali hanno perso la vita. E invece va coltivato il piacere di ricordarli quei martiri, perché il loro sacrificio possa ancora significare qualcosa in tempi duri in cui i diritti conquistati con anni di battaglie vengono progressivamente cancellati. Il 7 Marzo il fiore di ognuno di noi sulla lapide di Piazza Unità d’Italia può essere, e non sarà mai troppo tardi, un contributo per ricominciare su basi nuove eppure antiche un percorso di solidarietà civile.
Antonio Marchese

Organizzatori Evento: Giuseppe Cicero Energia Messinese

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