MESSINA – Chiesa dell’Addolorata -«RENDERE VISIBILE L’UNITA’ DEI CRISTIANI»

Martedì 18 gennaio 2011, alle ore 19.00, nella Chiesa di Maria Addolorata in Sant’Andrea Avellino, bene accolti dal parroco Padre Alberico Candela T.O.R, ha avuto luogo il Incontro della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2011.  

Tema scelto dalle Chiese di Gerusalemme

“Erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere”.

Uniti nell’insegnamento degli apostoli, nella comunione, nello spezzare il pane e nella preghiera”  (cfr. Atti 2, 42)

Saloncino gremito. Presenti; oltre la comunità ospitante, i rappresentanti di vari gruppi facenti parte della Commissione Diocesana per l’Ecumenismo, come Sant’Egidio, Focolarini, Rinnovamento dello Spirito e  SAE. Presente, come sempre, Nino Saporito, da BROLO.  La partecipazione è stata attiva e feconda con numerosi interventi, dopo l’ottima relazione, sul tema proposto, del Prof.re Carmelo Labate. Un caloroso ringraziamento è andato all’ing. Nino Barone cofondatore, circa trent’anni fa, del Gruppo Cialla, presente insieme alla moglie e ai giovani che si preparano per animare la Liturgia di giorno 25 gennaio, sempre nella stessa sede, a conclusione della Settimana e con la presenza, come ha tenuto ha sottolineare Don Felice Bruno dell’arcivescovo La Piana, del Padre Ortodosso Martinian Constantin Epure e del pastore Alessandro Roma.

 Dagli Atti degli apostoli (2, 42-47).

«Essi ascoltavano con assiduità l’insegnamento degli apostoli, vivevano insieme fraternamente, partecipavano alla Cena del Signore e pregavano insieme. Dio faceva molti miracoli e prodigi per mezzo degli apostoli: per questo ognuno era preso da timore. Tutti i credenti vivevano insieme e mettevano in comune tutto quello che possedevano. Vendevano le loro proprietà e i loro beni e distribuivano i soldi fra tutti, secondo le necessità di ciascuno. Ogni giorno, tutti insieme, frequentavano il tempio. Spezzavano il pane nelle loro case e mangiavano con gioia e semplicità di cuore. Lodavano Dio ed erano benvisti da tutta la gente. Di giorno in giorno il Signore aggiungeva alla comunità quelli che egli salvava. »

 

Il parziale audio della Relazione del responsabile SAE – Carmelo labate
[mp3]http://www.carlofrancio.net/wp-content/uploads/2011/01/labateavellino.mp3[/mp3]

Il desiderio e il dovere di pregare per l’unità si evidenzia nella storia recente in ambito evangelicale già nel 1740…

Il desiderio e il dovere di pregare per l’unità si evidenzia nella storia recente in ambito evangelicale già nel 1740; poi nell’anglicanesimo ha avuto un nuovo impulso nel 1820 e già nel 1840 il rev. Ignatius Spencer, anglicano in comunione con la chiesa cattolica, propone «L’unione di preghiera per l’unità». Durante il suo pontificato (1894) incoraggia la pratica dell’ottavario. Nel 1902 il patriarca ortodosso di Costantinopoli Ioachim III nella sua enciclica Lettera irenica invita a pregare per l’unità. La prima indicazione nella formula attuale di ottavario dal 18 al 25 gennaio viene dal rev. Paul Wattson nel 1908. L’impegno si moltiplica prima con il movimento Fede e Costituzione (1926) e poi con l’abate Couturier (1935). Oramai è cosa fatta. Tutte le chiese praticano l’ottavario. Tutte pregano per l’unità.

Man mano che l’iniziativa s’allarga si avverte come un comandamento la preghiera di Gesù mentre consumava con gli apostoli l‘ultima cena: “Che tutti siano una cosa sola […] così il mondo crederà” (Gv 17, 21).

     Il testo di Atti 2,42, proposto per quest’anno (2011) dalle Chiese di Gerusalemme, offre una chiave di lettura dell’unità, e come criteri di comunione perché la Chiesa possa visibilmente essere Una, così come professiamo nel “simbolo apostolico”, credo la Chiesa una, indica quelli che da tutti vengono ritenuti gli elementi essenziali, i pilastri della vita della Chiesa e della sua unità.

Tali criteri sono: 1) la fedeltà all’insegnamento degli apostoli e la trasmissione dell’annuncio, 2) il radunarsi in comunione (koinonia) per condividere la morte salvifica e la resurrezione di Gesù, offerta liberamente a tutti, 3) lo spezzare il pane, 4) la preghiera.

A Gerusalemme i seguaci di Gesù furono dapprima chiamati a “riunirsi dentro” a contemplare ciò che era il fulcro della loro fede, a riflettere sulle azioni e parole di Gesù e a ricevere il Santo Spirito.

Poi fu la forza dello Spirito che li spinse ad “andare fuori” per sprigionare la forza delle parole e delle azioni di Gesù e far conoscere a tutti come Gesù era stato Signore e Salvatore.

In questo riunirsi dentro e andare fuori i credenti vivevano e celebravano ciò che fu compreso come l’essenza dell’essere un discepolo di Cristo: lo spezzare il pane nel rito e nella vita, linguaggio dell’amore, unico linguaggio parlato e messo in pratica da Gesù, linguaggio parlato e compreso da tutti: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se vi amate gli uni gli altri” (Gv 13, 35).

Non una sola volta nelle sue lettere l’apostolo Paolo ci esorta a vivere da riconciliati, cioè da redenti e uniti a Dio e, perciò, riconciliati gli uni con gli altri. Questa unità non è uniformità, ma una vita vissuta in modo autenticamente cristiano, una sinfonia di diversità che l’unico Spirito continua a comporre.

La responsabilità delle divisioni resta nostra, esse sono il risultato delle nostre azioni. Quando preghiamo dobbiamo chiedere a Dio di cambiarci, di convertirci per lavorare attivamente per l’unità, per avere il coraggio di essere strumenti di dialogo sperando contro ogni speranza.

Gli otto giorni aiutano perciò a pregare e a riflettere su questi temi:

  1. il coraggio della prima chiesa e la sua ferma testimonianza dopo la Pentecoste;

Io manderò il mio spirito su tutti gli uomini (Gl 2, 21b-22.3, 1-2); Nella città santa abita Dio [Sal 46(45), 1-11]; Pentecoste (At 2, 1-12); lo Spirito di verità dimora presso di voi (Gv 14, 15-21);

  1. la comunità riunita a Pentecoste era costituita da persone di diversa origine;
  2. essenziale all’unità sono a) fedeltà alla parola di Dio trasmessa dagli apostoli; b) fedeltà all’unico corpo di Cristo, che è la Chiesa;
  3. condivisione;
  4. spezzare il pane, che supera l’eucaristia rituale e include il giusto atteggiamento etico verso la persona umana e verso l’intera comunità; una chiesa divisa non può parlare con autorità su questioni riguardanti la giustizia e la pace; 
  5. traiamo forza dal tempo trascorso in preghiera;
  6. agire per la libertà e la pace; 
  7. un più ampio servizio alla causa della riconciliazione tra cristiani e con tutti, collaborare almeno nel servizio.

 L’antica chiesa di Gerusalemme, che era presieduta dall’apostolo Giacomo, è la chiesa madre di tutte le chiese. Essa rappresenta l’icona dell’unità dei cristiani per la quale eleviamo la nostra preghiera durante questa Settimana.

    
Preghiera: O Dio onnipotente e misericordioso, effondendo il dono dello Spirito Santo con potenza, hai radunato insieme i primi cristiani nella città di Gerusalemme, sfidando il potere terreno dell’impero romano. Fa che, come la prima chiesa di Gerusalemme, anche noi possiamo ricongiungerci insieme per essere forti nell’annuncio e vivere l’evangelo della riconciliazione e della pace, ovunque vi sia parzialità ed ingiustizia.

Te lo chiediamo nel nome di Gesù Cristo, che ci libera dalle catene del peccato e della morte. Amen.

Radio Vaticana – E’ il tema della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2011 scelto, per questa edizione, la 44ª da quando prese il via nel 1968, dai leader cristiani di Gerusalemme, tra i quali il patriarca latino emerito Michel Sabbah, il vescovo della chiesa evangelica luterana di Terra Santa e Giordania, Munib Younan, ed altri membri del patriarcato greco ortodosso di Gerusalemme e della chiesa siriaco-ortodossa, melkita cattolica, armeno-ortodossa ed episcopaliana. “Il tema ed i testi proposti – si legge in un comunicato del Consiglio Mondiale delle Chiese (Wcc) ripreso dall’agenzia Sir – sono stati definiti congiuntamente dalla Commissione Fede e Costituzione del Wcc e dal Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani e sono un invito al rinnovamento e al ritorno a ciò che nella fede è essenziale, un’esortazione a ricordare il tempo in cui la Chiesa era ancora una”. “L’unità che cerchiamo non è una mera astrazione – afferma Olav Fykse Tveit, segretario generale del Wcc – per i cristiani di Gerusalemme, che vivono in continuità con la comunità apostolica di Gerusalemme, la chiesa madre di tutti noi, questa unità comporta preghiera e riflessione in un contesto di sofferenza e disperazione. Con loro pregheremo per la pace e la giustizia di tutti gli abitanti della Terra Santa”. Come tradizione la Settimana avrà luogo dal 18 al 25 gennaio 2011.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *