Marsala-MP «I poveri mi hanno mostrato il volto di Dio»

Don Pino Alcamo

Alcamo don Giuseppe – Il piacere di Condividere. una bella testimonianza di fede vissuta con gioia e coraggio

Mario Pellegrino farà la professione perpetua domenica 25 febbraio, nel villaggio di Nyal, in Sud Sudan, sotto un albero. La professione avverrà davanti al missionario italiano Christian Carlassarre, uno dei responsabili dei comboniani in Uganda.   L’ordinazione diaconale il 1° maggio, quella sacerdotale il 3 novembre a Marsala.

Ciao! Pace! Mi chiamo Mario, ho 30 anni e sono un missionario comboniano in Sud Sudan, originario di Marsala. Quando ero ragazzo, non ero tanto interessato alla questione della fede e della missione e come tanti altri giovani avevo molti altri sogni e progetti per il mio futuro. Un giorno, quando avevo 17 anni, ho avuto un incontro inaspettato, che mi ha toccato il cuore. Ero in un momento molto delicato e difficile della mia vita in cui stavo cercando di capirne il senso e il modo in cui volevo spenderla. In questa situazione, ho incontrato un giovane sacerdote che aveva dedicato tutta la sua vita al servizio del popolo in Ecuador; il suo nome è Enzo Amato.
Mi ha parlato con un sorriso coinvolgente e con grande entusiasmo sulla sua esperienza con il popolo sofferente dell’Ecuador. Il mio cuore bruciava davvero ascoltando le sue storie; ero fortemente stupito dall’energia e dalla felicità di questo missionario e mi sono detto: «Voglio avere la stessa gioia e lo stesso entusiasmo di quest’uomo!». Mentre studiavo all’Università, venni a conoscenza di un gruppo di giovani che si interessavo al tema della missione (Missiogiovani). Ho iniziato a partecipare ai loro incontri e mi è stata data per caso la possibilità di andare in Etiopia per un mese per una breve esperienza missionaria. Lì ho avuto il primo forte incontro con i poveri, che mi ha colpito e mi ha profondamente trasformato la vita. Avevo 19 anni. Appena arrivato di notte ad Addis Abeba, stavo viaggiando in autobus verso il luogo dove avrei dormito.
L’autobus si fermò quando il semaforo mostrò il colore rosso; e dall’oscurità, bambini piccoli di 4 o 5 anni si avvicinarono all’autobus, guardandomi profondamente negli occhi. Mi hanno mostrato il loro stomaco vuoto e con tutta la loro energia hanno iniziato a gridare: «Ho fame, ho fame». E mentre urlavano sentivo come una spada che mi trafiggeva il cuore. Ho visto le persone soffrire e questa sofferenza è diventata la mia sofferenza e ho capito che non avrei potuto continuare a vivere senza dedicare tutta la mia esistenza ai più poveri e abbandonati, i crocifissi del terzo millennio. Sono rimasto impressionato dalle parole di Daniele Comboni che ha affermato che «l’Africa e i poveri hanno preso possesso del mio cuore che vive solo per loro».
Passo dopo passo, sono arrivato a comprendere che Gesù di Nazareth è il vero senso della mia vita e che posso davvero trovare, toccare e accarezzare il suo volto nel volto dei più poveri. In effetti, i poveri mi hanno mostrato il volto di Dio, ho conosciuto Dio attraverso di loroMi sento davvero innamorato di questo Dio che è appassionato per l’umanità e che lotta perché i poveri possano avere vita e possano essere liberati dalla loro schiavitù. Sono entrato nel postulato della famiglia comboniana a Padova (italia) dove ho iniziato il mio cammino di formazione; lì, ho avuto la possibilità di lavorare con i prigionieri e con i senzatetto. Poi sono andato in Portogallo.
Per il tempo del noviziato, che mi ha preparato a promettere di dedicarmi completamente al servizio di Dio nei più poveri. In seguito, sono andato in Sud Africa per finire i miei studi in teologia, alla fine dei quali ho chiesto il dono di condividere la mia vita con la gente oppressa del Sud Sudan. Non finirò mai di ringraziare il Signore per il dono di questo straordinario popolo che mi ha donato a Nyal. Preparandomi per la mia professione perpetua desidero essere un segno della presenza di Dio tra questo popolo crocifisso dalla guerra, uno strumento di pace nella mano di Dio, il Padre/Madre della vita.
Mario Pellegrino

Progetto Libreria 2018
Il nostro popolo Nuer è un popolo perseguitato ed oppresso. I nostri giovani anelano di avere la possibilità di andare a scuola ed essere educati, di avere un futuro migliore, di avere Vita. Noi Missionari Comboniani sosteniamo alcuni giovani affinché possano andare a studiare all’estero, specialmente in Uganda, Kenya o Etiopia, ma la stragrande maggioranza della nostra gente non ha la possibilità economica di partire per un altro paese e di affrontare i rischi del viaggio (tanti sono uccisi nel cammino per l’Uganda dai soldati del governo). Per questa ragione, avendo ascoltato la voce dei nostri giovani, abbiamo deciso di creare una biblioteca dove forniamo alla gente libri e vario materiale scolastico che potrà essere da loro consultato gratuitamente. Questi libri saranno importati prevalentemente dall’Uganda perché in Sud Sudan non ci sono libri scolastici preparati dal governo. Questi libri aiuteranno i nostri giovani a studiare, a leggere e ad imparare l’inglese e le diverse discipline che sono insegnate nelle scuole locali dove anche noi missionari partecipiamo nell’insegnamento. In queste scuole locali, gli studenti non hanno nessun libro a disposizione e spesso anche gli insegnanti non dispongono di materiale per l’insegnamento. Questa libreria vuole per questo essere un aiuto per i più poveri, per quelli che non hanno la possibilità di avere una migliore educazione.
Se qualcuno volesse collaborare a questo progetto, è possibile fare una donazione a: Missionari Comboniani mondo aperto onlus Vicolo Pozzo 1 –  37129 Verona Iban IT67 M020 0811 7080 0000 5559 379 (unicredit) Causale: Mario Pellegrino, provincia del Sud Sudan, comunità di Leer-Nyal, Project Library Nyal

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